Registrazione ai fini dell’Ires in Polonia

Gli imprenditori stranieri provenienti dall’UE hanno diritto di svolgere un’attività commerciale o produttiva in Polonia alle stesse condizioni  previste per gli imprenditori locali.

Avviando un’attività in Polonia, occorre verificare se si è soggetti all’obbligo fiscale IRES in loco. La questione dell’obbligo di versamento dell’imposta sul reddito in Polonia viene disciplinata dalla Convenzione bilaterale per evitare la doppia imposizione italo – polacca. Tuttavia, la Convenzione non prevede una regola universale valida per tutti i contribuenti. La sussistenza o meno dell’obbligo fiscale dipende da diversi fattori, tra cui i più importanti sono la durata e tipologia dell’attività che l’imprenditore italiano svolge nel territorio polacco.

A titolo di esempio, si possono richiamare le seguenti categorie professionali.

Libero professionista

Per „libera professione”, si intende, ai sensi della legge polacca, ogni attività scientifica, letteraria, artistica, educativa, d’insegnamento – eseguita in autonomia – da medici, avvocati, architetti, odontoiatri e contabili. In linea di principio, il professionista che svolge tale attività in Italia, non soggetta all’obbligo fiscale in Polonia anche in caso di servizio prestato nel territorio polacco. Il relativo reddito sarà quindi tassato solo in Italia. La situazione però cambia nel caso di costituire in Polonia una “stabile organizzazione”. A tal punto, l’obbligo fiscale in Polonia scatterà per quella porzione di reddito attribuibile alla stabile organizzazione polacca.

Imprenditore

La situazione analoga riguarda gli imprenditori. L’imprenditore italiano non è tenuto ad aprire una posizione fiscale in Polonia fin quando non apre in loco una stabile organizzazione.  Nel caso di quest’ultima ipotesi, sarà tassata in Polonia quella porzione di reddito attribuibile alla stabile organizzazione polacca.

Per stabile organizzazione si intende, a titolo esemplificativo e non esaustivo: un ufficio, una officina oppure un servizio di posa in opera della durata superiore a 12 mesi.

Dirigente

I redditi percepiti da un cittadino italiano che copre un incarico di consigliere o sindaco di una società di diritto polacco sono imponibili in Polonia. Detto ciò, la persona in questione deve fare la domanda per il Codice Fiscale polacco (NIP), che equivale alla registrazione come contribuente IRPEF in Polonia.

Dipendenti

In linea di principio, lo stipendio di un italiano espatriato in Polonia, che qui svolge la propria attività lavorativa, è imponibile in loco. Detto ciò, la persona in questione deve fare la domanda per il Codice Fiscale polacco (NIP) e versare l’imposta sul reddito in Polonia.

Tuttavia, l’obbligo di versamento dell’imposta viene meno nel caso in cui vengano soddisfatte congiuntamente le seguenti condizioni:

  • la durata del soggiorno in Polonia sarà inferiore a 183 giorni nello stesso anno di calendario;
  • lo stipendio non sarà erogato da un’azienda, o a nome della stessa, con sede in Polonia;
  • lo stipendio non sarà erogato da una stabile organizzazione polacca di un’azienda italiana.

Nel caso in cui vengano congiuntamente soddisfatte  le condizioni indicate sopra, il dipendente italiano non è tenuto a fare la domanda per il Codice Fiscale e quindi registrarsi come contribuente IRPEF in Polonia.

Apertura di una partita IVA in Polonia

L’imprenditore italiano intenzionato a svolgere un’attività in Polonia deve aprire, prima di eseguire una cessione di beni o prestazione di servizi, una partita IVA polacca.

Per poter aprire una partita Iva occorre presentare all’Agenzia delle entrate locale i seguenti formulari:

  • NIP-2 ovvero NIP-7 ovvero NIP-8 (a seconda della forma giuridica dell’esercizio), nonché il formulario VAT-R.

In aggiunta, a corredo del formulario di riferimento,  gli imprenditori italiani sono tenuti a presentare la seguente documentazione:

  • certificato di attribuzione della partita Iva in Italia,
  • visura camerale,
  • descrizione dell’attività pianificata in Polonia,
  • copia dello statuto (in caso di società).

La suddetta documentazione, corredata dalla relativa traduzione giurata, deve essere presentata all’Agenzia delle entrate in originale o copia autenticata.

La tempistica per aprire una partita Iva in Polonia è di ca. un mese.

Qualora  l’attività intestata all’imprenditore italiano non avesse una stabile sede in Polonia, l’ufficio dell’Agenzia delle entrate competente per la registrazione dell’Iva sarà Drugi Urząd Skarbowy Warszawa-Śródmieście.

Apertura di una posizione assicurativa e previdenziale in Polonia

La questione del versamento dei contributi da una persona che percepisca redditi in più Stati dell’Unione europea, viene disciplinata dal Regolamento (CE) N. 883/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale.

In linea di principio, a norma del regolamento, la persona assicurata può sottostare ad un solo sistema di sicurezza sociale. Detto ciò, se il dipendente svolge la prestazione di lavoro sia in Polonia che in Italia, determinante, ai fini di individuare il sistema di sicurezza sociale di riferimento, è il luogo della sua residenza, di conseguenza egli è tenuto a versare i contributi nello Stato in cui risiede.

In modo analogo, l’imprenditore con attività sia in Polonia che in Italia, sottosta al sistema di sicurezza sociale dello Stato in cui risiede. Tuttavia, è importante segnalare che il dipendente o l’imprenditore italiano che percepisca redditi in Polonia non versando però i relativi contributi in loco, può essere chiesto dall’Istituto della previdenza sociale polacco (ZUS) di esibire il certificato di previdenza rilasciato dall’omologo italiano.

Se necessiti di assistenza fiscale in Polonia:

studio@nowatkowski.it

Tel. (+48) 600 715 198