Panoramica dei settori
Chi decide di aprire un’attività in Polonia, si porrà la domanda su quale dei settori disponibili offra la maggiore redditività, presentando al tempo stesso i margini di crescita tali da lasciare spazio a nuovi player. L’obiettivo di questo testo è fare una panoramica dei settori di maggior interesse per la piccola e media impresa italiana, rilevando contestualmente, oltre ai vantaggi che indubbiamente offre un’economia in fase di espansione quale quella polacca, criticità che sono meglio visibili per uno che segue da vicino l’andamento economico locale.
La classica pizzeria in centro
Il sottotitolo non è affatto stereotipico né ha per obiettivo sminuire l’iniziativa imprenditoriale italica. Tuttavia, è un dato di fatto che tra gli espatriati italiani presenti in Polonia, il business della ristorazione sia il più ricorrente. Sarà per la vocazione enogastronomica italiana, la volontà di continuare un business di famiglia o anche frutto di stimoli e incitazioni di autoctoni, per i quali l’immagine dell’italiano è strettamente connessa alla cucina. Ma economicamente parlando, vi è ancora spazio per un classico ristorante italiano in centro e quali sarebbero attributi di un business di successo in questo settore?
Il tricolore non basta più
Ancora un decennio fa, il ristorante gestito da un italiano, anche se non faceva più notizia come negli anni Novanta, si distingueva dall’offerta enogastronomica locale proprio per il fatto che al comando del locale vi fosse un italiano. La qualità del prodotto, quindi della cucina, spesso passava in secondo piano, era più importante “respirare” l’atmosfera di un vero ristorante italiano. Questi tempi però sono oramai un ricordo del passato, complice l’evoluzione dei gusti culinari dei polacchi. Anche se il valore del mercato della ristorazione in Polonia, compresi i locali gastronomici tipo fast – food, nel 2017 superava 8 miliardi di euro, con una crescita annuale del 10,5% rispetto al 2016, per ritagliarsi un posto in un mercato sempre più esigente, serve molto di più dell’italianità del locale.
Finalmente qualità!
Una volta si diceva che i polacchi vogliono vivere all’occidentale, ma a prezzi locali, con chiara allusione all’agiatezza della nazione di allora, non certo a livelli occidentali. Va subito detto che, con la crescita della richezza del paese (l’ultimo dato pubblicato parla di un PIL a +5,1% nel 2018), è cambiato anche l’approccio al prodotto e servizio, considerato non solo per il suo prezzo ma innanzitutto per la qualità. Ne consegue che il consumatore polacco è sempre più propenso a una spesa maggiore di fronte a un’offerta enogastronomica di qualità.
Ad incentivare le uscite in ristorante dei polacchi, oltre alla crescita degli stipendi (nell’ultimo quinquennio lo stipendio medio lordo è aumentato del 27,5%), è stato il generoso programma sociale chiamato 500+, che riconosce alle famiglie con almeno due figli un indennizzo mensile di 120 € circa a figlio ad esclusione del primogenito, risorsa in più spesso dedicata ai passatempi in famiglia, come ad esempio una serata in ristorante.
Ricetta di successo
Un fattore di successo del business della ristorazione in Polonia è la scelta dell’ubicazione del locale, occorre analizzare bene se la localizzazione in centro ad una grande metropoli con il relativo canone d’affitto, adeguato al posto, verrà compensata dall’affluenza di clienti. Nella scelta della localizzazione sarebbero da tenere in considerazione le città polacche di media grandezza, una volta capoluoghi di regione, dove il canone d’affitto possa essere più contenuto, non necessariamente a scapito dell’afflusso di clienti, e quindi meno pesante per il budget dell’impresa, innanzitutto nel primo anno di vita della stessa, critico per la sua sopravvivenza.
Settore vitivinicolo in Polonia
Innamorati del vino
Dopo i primi anni Novanta, quando a seguito della caduta del Muro strascichi del vecchio sistema hanno influenzato anche le scelte alimentari, i polacchi hanno scoperto il piacere del bere, ma non più i superalcolici come una volta, bensì il vino, prodotto di qualità nell’immaginario collettivo. L’anno scorso infatti il mercato del vino in Polonia ha raggiunto la cifra di 595 milioni di euro. L’incremento connesso al cambio dello stile di vita dei polacchi, sempre più educati e consapevoli degli effetti benefici della bevanda sulla salute. La differenza rispetto agli anni precedenti sta nel fatto che l’incremento del settore non venga più guidato dai discount, rappresentati in Polonia dalle catene Biedronka o Lidl. – “Si stima che il settore del vino nel 2017, rispetto al 2016, sia aumentato del 6%” – dice Robert Ogór, presidente dell’Ambra, la più grande azienda di produzione, importazione e distribuzione dei vini in Polonia. Secondo l’esperto il settore del vino è frazionato e la ragione dietro alla crescita del mercato non è da cercare negli investimenti sul prodotto fatti dalle multinazionali. – “Il vino è il maggiore beneficiario del cambio dello stile di vita dei polacchi, i quali, volendo vivere più a lungo, scelgono il vino a scapito dei superalcolici”.
Panorama del settore
Negli anni precedenti l’incremento del settore era alimentato dai discount, catene Biedronka e Lidl in testa, mentre oggi la loro quota di mercato nella categoria dei vini da tavola è pari al 40%, pressoché invariata da due anni. – “I due grandi player hanno limitato investimenti sul prodotto rispetto a qualche anno fa” – dice Wojciech Bońkowski, esperto del settore del sito Winicjatywa.pl. Sono finiti i tempi di grandi sconti, presentazioni in pompa magna e campagne pubblicitarie con tanto di testimonial di lusso, aggiunge l’esperto.
Questo non vuol dire che i discount abbiano smesso di commercializzare bei vini – “ma semplicemente la loro offerta si è impoverita e alcuni prodotti lanciati si sono rivelati un flop” – conclude Bońkowski.
Maggiori beneficiari
Nonostante la maggiore beneficiaria del settore in espansione resti la grande distribuzione, il treno della crescita è stato agguantato anche da piccoli negozi specializzati. Questo grazie al quadro generale del mercato alimentare, che vede piccoli esercizi commerciali, specie se specializzati, riguadagnare quote di mercato, di dominio assoluto della grande distribuzione ancora qualche anno addietro. La classe media dei grandi centri urbani cerca non solo il prodotto di qualità, ma anche l’atmosfera e il consiglio, impossibili al supermercato. – “L’abbiamo provato in prima persona, abbiamo la rete di distribuzione Centrum Wina, che l’anno scorso ha visto le vendite crescere del 12%” – dice Ogór. – Lo stesso esperto sottolinea le potenzialità del mercato – “Il consumo del vino in Polonia è destinato a crescere ulteriormente in quanto i polacchi diventano sempre più benestanti. Questo a fronte del consumo pro capite sotto i quattro litri, modesto se messo a confronto con quello di spagnoli (21,3 litri), tedeschi (24,8 litri) o italiani (33,3 litri)” – conclude Ogór. Prospettive particolarmente interessanti per i fornitori italiani e spagnoli, che reduci della crisi nei rispettivi mercati domestici, hanno reso la loro offerta ancora più competitiva puntando con decisione a mercati esteri.
Sorpasso
Nel 2017 il primo della classe, a sorpresa, è stato lo spumante con l’incremento delle vendite di oltre il 10% e il conseguente sorpasso sul vino a tavola. Il protagonista assoluto di questo boom è stato invece il prosecco. Un risultato tanto più sorprendente che non poco fa gli spumanti in Polonia si vendevano solo a Capodanno. Nell’evoluzione delle abitudini alimentari, i polacchi hanno apprezzato il gusto delle bollicine consumate in primavera ed estate. Il valore del comparto nel 2017 ha superato 72 milioni di euro.
Mattone regge, eccome!
Nei tempi di crisi del mattone nei paesi dell’Europa occidentale, solo parzialmente superati con la ripresa degli ultimi anni, il mercato immobiliare polacco è in piena espansione. I principali dati alla mano: le aziende di costruzioni polacche hanno venduto nel 2018, nelle sei principali metropoli (Varsavia, Cracovia, Breslavia, Poznań, Lodz e Tricittà), 64,8 mila appartamenti, a sola Varsavia sono stati costruiti 9 mila nuovi appartamenti, 37% in più rispetto all’anno precedente. Dati straordinari che danno l’idea dell’ottima condizione del mattone polacco. L’unica nota stonata è lo squilibrio, marcato specialmente in grandi centri urbani, tra la domanda e l’offerta. Si è arrivati ad una situazione assurda, in cui si compra addirittura un “buco nella terra”, senza vedere neanche le fondamenta della sognata casa. Atti di vendita possibili anche grazie alla nuova legge immobiliare polacca, che ha introdotto un conto fiduciario da cui le risorse vengono gradualmente svincolate in relazione allo stato di avanzamento dei lavori.
Lo squilibrio tra domanda e offerta non giova certo a potenziali acquirenti, non solo costretti ad una corsa per aggiudicarsi i locali considerati più appetibili ma anche confrontarsi con i prezzi in continuo aumento. Per il 2019, le prognosi prevedono un aumento medio del 10% per m2 del prezzo delle case nuove. I meglio vendibili sono gli appartamenti di 30-50 m2, perfetti per rimetterli sul mercato degli affitti, con tempi medi di rientro dell’investimento di circa 10 anni.
L’unico freno al mercato immobiliare polacco è la disponibilità di forza lavoro, scarseggiante per il secondo anno consecutivo. Complice l’ottimo andamento economico che offre opportunità di lavoro anche in altri settori, l’immigrazione economica – in primis verso la Germania, e il pensionamento di un nutrito gruppo di ingeneri e operai educati e cresciuti professionalmente negli anni Settanta, personale qualificato nell’edilizia polacca è a peso d’oro.
La corsa del mattone non si fermerà, semmai verrà rallentata in caso di inversione di tendenza dell’economia, in quanto ad oggi le risorse abitative in Polonia sono inferiori di circa 2,1 mln di unità rispetto al relativo fabbisogno.
Attività in franchising per non correre troppi rischi
L’apertura di un’attività nel proprio paese già di per sé rappresenta dei rischi, figuriamoci in uno Stato estero come la Polonia. Se non siamo certi che l’idea possa andare in porto, è valutabile usufruire dei format di business pronti, e provati sul mercato polacco.
Idea vecchia, business nuovo
Il franchising rappresenta un modo per arrivare prima all’obiettivo del proprio business, perché basato su un’idea o un concetto provato, spesso per anni, ciò vuol dire perfezionato e migliorato nel tempo. Idea o concetto che può rendere la nostra impresa redditizia già nell’arco di un biennio.
Il report stilato dalla Profit System in collaborazione con il sito Franchising.pl prevede che entro il 2017, il numero delle reti di franchising in Polonia raggiungerà 1220 unità.
Franchising su misura
Tra l’offerta di franchising troviamo sia marchi polacchi che esteri, di svariati settori quali alimenti e ristorazione, abbigliamento, arredi o turismo. Si va da multinazionali quali McDonald’s, Burger King, Subway, passando per marchi locali che agli italiani possono suonare familiari come Da Grasso (pizzerie), Presto (pizzerie e trattorie) o Fresh Gelato, per finire con brand locali di plurisecolare tradizione come Cioccolaterie “Wedel” (eredità di una storica famiglia di pasticcieri tedeschi). Usufruendo dei format disponibili, si può aprire un’edicola, un negozio di moda o centro benessere. – La scelta del concetto di franchising dovrebbe essere determinata dai nostri interessi. È meglio che il nostro futuro lavoro ci piaccia. Di seguito, si deve procedere ad un accurato calcolo dei costi di investimento iniziale e delle spese mensili di funzionamento dell’azienda, oltre che analizzare il contratto di franchising. Si deve prendere in considerazione da quando il marchio di nostro interesse sia presente sul mercato polacco. In generale, più a lungo il marchio funziona sul mercato, meglio è elaborato lo stesso concetto – spiega Magdalena Kurda del sito Franchising.pl.
Quanto costa il franchising in Polonia?
I costi del franchising variano molto in ragione della scelta del concetto.
Attualmente il costo medio del franchising in Polonia, escludendo il franchising delle strutture alberghiere, si attesta a ca. 40mila euro. Lasciando a parte concetti molto impegnativi economicamente quali appunto alberghi, stazioni di servizio, supermercati o fast food americani, si può avere in franchising una gelateria targata Bonano a 4mila euro netti (tariffario secondo il sito aziendale). Tuttavia, sempre più aziende che operano in franchising, vengono incontro alle aspettative dei clienti, accollandosi parte dei costi di investimento iniziale o riducendoli drasticamente.
Prezzi scontati
Non più 900 euro bensì 450, a titolo di pagamento iniziale, versano gli affiliati dell’agenzia immobiliare Investor Nieruchmosci. Il titolare della rete in questo modo viene incontro alle aspettative dei potenziali affiliati. – Gli altri pagamenti rimangono invariati. L’affiliato corrisponde a favore del franchiser l’8% del fatturato mensile a titolo di canone assieme al contributo per il fondo marketing. Versa inoltre 10 euro mensili al netto dell’Iva per ogni agente in ufficio a titolo di accesso al sistema CRM (sistema di gestione delle relazioni con la clientela) – riferisce Piotr Ociepa, amministratore delegato della Investor Nieruchomości.
Stabilità e tutela
L’attività in franchising rappresenta degli importanti vantaggi rispetto all’esercizio gestito in modo tradizionale. Forse il più importante è quello di non dover investire, sia risorse economiche che il proprio tempo, nel promuovere un marchio già riconosciuto sul mercato. Spesso e volentieri, il franchisor rende disponibile a favore dell’affiliato, oltre al know-how specifico del settore, il sapere relativo alla conduzione dell’esercizio in Polonia, compresa la tutela legale, cosa da non sottovalutare specie in ottica di potenziali contrasti con clienti o fornitori (ovviamente ad eccezione del franchisor stesso).
Il franchising può non piacere a persone molto creative, che hanno come ambizione, oltre a rendere redditizia la propria attività, creare un marchio associato alla stessa. Mentre per quelli che apprezzano la stabilità economica e la relativa tranquillità, relativa perché mai l’imprenditore che lavora per conto proprio la può avvertire pienamente, sembra la forma di attività ottimale. Infine, non si deve sottovalutare un settore che ad oggi conta in Polonia quasi 72mila esercizi.
Fonti: “Gazeta Wyborcza”, Franchising.pl
Se sei interessato ad aprire un’attività in Polonia:
Tel. (+48) 600 715 198